Marvel
IT presenta
#35
GLI INCREDIBILI ANTI-X-MEN
prima parte
di Mickey
e Carlo Monni
Worthington
Tower.
Appartamento di Remy LeBeau.
Un nuovo
giorno è nato da poco ed il sole illumina la camera da letto dove il mutante di
origine cajun noto come Gambit non è solo: sdraiata accanto a lui, c’è una
donna attraente dai capelli castani. Le lenzuola scomposte testimoniano
l’intensa attività notturna dei due amanti.
La donna si
giura su un fianco e l’occhio le cade sulla sveglia.
-Oh, mon Dieu!- esclama
-È tardissimo!-
Si mette a
sedere ed afferra i vestiti su una sedia vicina.
-Il lavoro
ti chiama, ma chère?- le chiede
Remy.
-Tu non hai
idea di cosa vuol dire essere la Directeur General o, come
dite voi americani, la Chief Operating
Officer delle Worthington Enterprises.- risponde Yvette Avril - È
praticamente un lavoro a tempo pieno. Forse non dovrei concedermi nemmeno
distrazioni come questa, per quanto piacevoli.-
-Allora è
questo che sono per te? Solo una piacevole distrazione? Il tuo toy boy,
insomma?-
-Ora non
fare l’offeso, Remy.- replica ancora Yvette mentre si allaccia la camicetta ed
afferra gli occhiali sul comodino -Siamo entrambi adulti consenzienti. Non ci
siamo certo giurati amore eterno e poi, non offenderti se te lo dico, tu non mi
sembri proprio il tipo da farlo.-
-Potrei
sorprenderti, chérie.- ribatte lui, incupendosi
improvvisamente.
I suoi
pensieri corrono ad una donna così vicina eppure così lontana. Le immagini di
una cascata di capelli castani con una ciocca bianca che ricade sulla fronte,
il suono di un melodioso accento del Mississippi.
Il suono del
suo comunicatore da polso posato sul suo comodino lo distrae da quei pensieri e
lui fra sé e sé ringrazia Alex Summers per il tempismo.
-Qui
Gambit.- risponde.
<<In sala riunioni. Hai mezz’ora.>> dice in
tono sbrigativo Havok.
-Oui, mon general.- replica Remy col suo solito tono, poi si
rivolge a Yvette direttamente in francese sia pure con la tipica cadenza cajun
-Pare che tu non sia l’unica ad avere impegni pressanti, tesoro..-
Istituto
Xavier per un’Istruzione Superiore, Salem Center, Contea di Westchester.
Piotr
Nikolaievitch Rasputin, Peter per i suoi amici di lingua inglese, membro degli
X-Men col nome di battaglia di Colosso, è
cupo in volto e quasi non si accorge della donna di colore contro cui per poco
non va a sbattere.
-Brutti
pensieri, Peter?- gli chiede lei.
-Ororo!-
esclama lui -Scusa, avevo la testa altrove.-
-Me ne sono
accorta.- ribatte ridendo Ororo Munroe, alias Tempesta -Qualcosa di cui ti va
di parlare?-
-Forse sai
che ho accettato di dare una mano a Linea X per le chiamate che vengono dalla
Russia e zone vicine. Ieri ho ricevuto da una ragazza di Volgograd di nome Vassilissa.-
-Volgograd,
mi sembra di conoscere questo nome.-
-Un tempo la
chiamavano Stalingrado e fu teatro di una delle più dure e sanguinose battaglie
della Grande Guerra Patriottica.-[1]
-Mi dicevi
di questa Vassilissa…-
-Ha detto
che non resiste più e che vuole venire alla scuola ma prima che potessi
chiederle di più la linea è caduta.-
-E la cosa
ti preoccupa?-
-La
situazione nel mio paese è… complicata per le minoranze. Avrai sentito delle
leggi discriminatorie che sono state approvate contro i gay. Ancora non c’è nulla
del genere contro i mutanti alcuni di loro sono eroi rispettati, membri del supergruppo
ufficiale russo, la Guardia d’Inverno, ma…-
-Ma…?-
-... ma tra
la gente comune non c'è un buon clima, ci sono tanti episodi di cronaca di
intolleranza e violenza. Per di più, io temo che il Governo Russo voglia
sfruttare i mutanti, costringerli a lavorare per lui. Non posso lasciar cadere
questa richiesta d’aiuto.-
-Vassilissa
di Volgograd. Non è molto per trovare qualcuno. Per fortuna abbiamo Cerebro. La
troveremo.-
-Noi?-
-Certo, a
che servono gli amici sennò?-
Piotr
sorride e dice:
-Ororo, ti
ho mai detto quanto ho sentito la tua mancanza in tutto questo tempo?-
Tempesta
sorride e replica:
-Forse
quanto io ho sentito la tua?-
Worthington
Tower. Sala riunioni degli X-Men.
Prima che la
situazione degenerasse - dal mistero dell'aereo scomparso in poi - Kurt Wagner
aveva promesso a Linea X che avrebbe continuato a collaborare sia al lavoro
della fondazione sia, all'occorrenza, come teleporta d'emergenza. È la prima
volta che un messaggio urgente l'ha messo alle strette. Un sottile disagio lo
pervade quando si materializza nel grattacielo, in mezzo a tutti i suoi
compagni di squadra che lo fissano in modo imperscrutabile.
-Ho disertato
una messa in pieno svolgimento per arrivare qui, spero non fosse uno
specchietto per le allodole.-
-Fai progressi- gli manda una frecciata Gambit.
-No, Kurt, non avrei mai giocato con i tuoi sentimenti- replica Fenice -Ho davvero
localizzato Diana.-
-Improvvisamente!?-
-Sì, da un momento all'altro. Per questo pensiamo possa essere una trappola.-
chiarisce Arcangelo.
-Quindi è viva? Sta bene?-
-Per quanto mi riguarda sì, anche se ho difficoltà a... percepirla per bene.
Non so se i suoi fantomatici rapitori stanno ancora interferendo o se... dipende
dalle sue caratteristiche genetiche.- aggiunge Jean.
-In che
senso?- domanda perplessa Husk.
-Posso
spiegartelo sul Blackbird? - rompe gli indugi Kurt, la cui coda tremante
tradisce la sua ansia e la sua fretta.
Non c'è
bisogno di attendere una risposta, tutti si alzano e si dirigono verso la
porta.
-Dove siamo
diretti?- chiede il mutante germanico.
-In Italia.- annuncia Havok.
Sei mesi
prima.
In una località segreta della Puglia, Italia.
Sinistro,
fuggitivo da Genosha, ha dato fondo a tutte le sue ultime risorse per
ristabilire una propria base. Dopo tutti gli sconvolgimenti causati dalla
scoperta di Origine,[2]
la sua maggiore vocazione al momento è tornare a fare lo scienziato, e ha
bisogno di farlo in un posto tranquillo. L'Italia latita in quanto ad eroi.
Gemini, la Squadra Italia o le Brigate Azzurre non si disturberanno a cercarlo,
ammesso che lo conoscano, visto che operano da Roma in su. I suoi contatti nel
Maggia gli hanno fornito questa location molto appropriata. Il clima è ideale,
ma non è questo che gli importa. La zona di questa regione è costellata di cave
dismesse. In cambio di una fornitura di droghe sintetiche, la criminalità
organizzata gli ha concesso di occuparne una per installare il suo laboratorio.
Ci sono voluti tempo e denaro, ma adesso è pronto ad iniziare. La base è ben
nascosta ad occhi indiscreti, schermata con materiali a prova di telepati. Ha
caricato provviste per un anno. Un piccolo generatore nucleare gli garantisce
tutta l'energia di cui ha bisogno. Deve solo accendere i suoi terminali e
iniziare a lavorare.
Deve
investigare una volta per tutte su una certa leggenda-barra-ipotesi riguardante
la specie mutante. Tutte le sue precedenti ricerche in tal senso si sono
rivelate un vicolo cieco. È convinto che il problema sia stato la mancanza di
materia prima. Adesso che Apocalisse non è più un impiccio e che è entrato in
possesso degli archivi genetici degli X-Men, ha materiale a sufficienza da
caricare sul suo software. Lo azionerà, dopodiché si tratterà solo di attendere.
Del resto non è il tempo che gli manca.
Blackbird
SR-77, in volo sull'oceano Atlantico.
-L'ho già spiegato fino alla nausea a Jean e altri, ma... - dice Nightcrawler
all'indirizzo di Husk, una volta preso posto a bordo del velivolo -... Secondo Moira
MacTaggert, potrebbe esserci qualcosa nel DNA di Diana che blocca il mio potere
mutante. Non abbiamo avuto modo di indagare fino in fondo su quest'ipotesi, né
di vedere se funzionasse su altri... come credo stesse suggerendo Jean prima.-
-Quindi sarebbe una mutante come Pulce?- domanda Paige, pensando al suo
compagno di scuola.
-No, dagli esami tradizionali non risulta essere una mutante. Meglio: non è un Homo Superior. A meno che non dovremo
rivedere tutta la concezione della nostra sottospecie.-
-C'è qualcosa che non mi torna.-
-Puoi dirlo forte.- annuisce l'Uomo Ghiaccio. -Io dico che una donna con un
potere così potrebbe essere quindi una nostra avversaria. Potrebbe aver fatto
sparire le proprie tracce in modo un po' sopra le righe, e adesso è pronta per attirarci
nella tana del lupo e combatterci.-
-Hai intenzione di litigare?- ribatte Kurt Wagner.
-No, dobbiamo vagliare tutte le ipotesi.-
-Considerando dove siamo diretti, anche se non lo affrontiamo da secoli,
potrebbe essere coinvolto il Conte Nefaria. Oppure Madame Masque.- cambia
discorso Havok, dalla sua postazione.
-Non è che siano gli unici supercriminali italiani sulla faccia della Terra,
eh.- puntualizza Gambit, forte dei suoi trascorsi sia nell'ambiente sia con gli
stereotipi culturali.
-Mi fa venire
in mente una delle ultime volte in cui l'abbiamo affrontato- si perde nei
ricordi Kurt, con evidente nostalgia negli occhi. -Non c'era nessuno di voi. Me
ne ricordo bene perché voi tre avevate appena lasciato il gruppo.[3]- dice
rivolto ad Arcangelo, Havok e l'Uomo Ghiaccio -E perché poi è stato in quella missione che abbiamo perso
John.- aggiunge riferendosi a
Thunderbird.[4]
-Lo
prendiamo come un segno che sia il rapitore di Diana?-
Havok ha più
di un pensiero che lo distrae dalla guida del Blackbird e gli impedisce di
seguire il resto della discussione. Per ritrovare la concentrazione,
ricontrolla le impostazioni del pilota automatico, poi chiama da parte Husk e le
parla sotto voce.
-Dolcezza, che
cosa ti prende? Ieri sera sono venuto a bussare ma non mi hai aperto, né mi
rispondi... E da prima continui a sfuggire il mio sguardo.-
-Ne parliamo al ritorno. Ora abbiamo altre cose per la testa.-
-Va bene, non puoi almeno farmi un riassunto di poche parole?-
-Non mi sta più bene che nessuno sappia di noi. Warren e Jean sono usciti allo
scoperto da giorni e a te non è passato per l'anticamera del cervello di fare
lo stesso.-
-Io... non
pensavo ti interessasse. Pensavo preferissi così. Ma hai ragione, ne parliamo a
casa. Sistemeremo questa cosa.-
Si sporge per darle un bacio, ma sente gli occhi degli altri addosso e finisce
per congelarsi e darle una pacca sulla spalla. Avrebbe potuto approfittare della
presenza di tutti per tagliare la testa al toro, ma non vuole creare
distrazioni inutili in una missione così delicata per le sue troppe incognite,
né spargere sale sulle ferite di Kurt.
Più tardi, in
una località extraurbana della Puglia, Italia.
In modalità
stealth, il Blackbird SR-77 si è posato su un brullo terreno di campagna e i
suoi occupanti stanno scendendo uno a uno.
-Abbiamo
avuto il permesso di atterrare?- domanda Jean.
-Siamo in
missione segreta, come ai vecchi tempi- le sorride Arcangelo -D’altra parte, a
Santa Providencia ci avevano concesso il permesso ed hai visto com'è finita.-[5]
Fenice, pur
assente dall'ultima avventura del gruppo, non può che assentire.
-Ok. La zona
era questa, con tutto il margine di errore del caso.- afferma lei.
-Non avverti la sua presenza adesso?- le chiede Arcangelo.
-No.-
-Battiamola
palmo a palmo.- dispone Havok -Per quel che ho visto dalla panoramica aerea,
questa regione è un colabrodo. Probabilmente la base dei cattivi è in una di
queste... caverne, non so come chiamarle tecnicamente.-
-Sono già
stato in Italia, in vacanza.- dice Arcangelo -Ma non sono mai venuto da queste
parti. Solo in Sardegna, Costa Smeralda.-
-Grazie per
averci ricordato quanto sei schifosamente ricco, Worthington.- commenta Gambit
col suo solito tono irridente.
-Silenzio!-
intima Jean -Ho appena sentito qualcosa… qualcosa di… strano.-
-Che intendi
dire?- le chiede Havok.
-Una sorta
di rumore di fondo telepatico, l’eco di una voce familiare. Non so definirlo
meglio.-
-Attenzione!-
urla improvvisamente l’Uomo Ghiaccio.
Gli sguardi
di tutti si volgono nella direzione indicata e vedono dei tizi che indossano una
sorta di armatura abbastanza rozza.
-E questi
chi sono?- esclama Gambit -Degli Iron Men da due soldi?-
-È uno
scherzo?- si domanda retoricamente Bobby Drake.
-Ma ce n'è uno per ciascuno?- li conta Husk.
-Fenice, sono esoscheletri? Che informazioni hai?- chiede Alex Summers.
-Sono guidati da persone, ma non riesco a cogliere niente, devono essere
schermati-
-Quanto va di moda il casco di Magneto, eh?- ironizza Gambit.
-Attaccate
per disarmare!- dispone Havok.
Gambit lancia una carta, puntandola a metà strada tra i due gruppi per
disorientarli. L'otto di picche rovina verso il suolo, dopo qualche metro,
inerte.
Havok ha un simile approccio e un simile esito: le sue mani puntano la terra
che li divide, ma nessuna raffica al plasma parte.
Né raggi congelanti dalle mani dell'Uomo Ghiaccio.
La pelle di Husk rimane immutata.
Arcangelo
non riesce a spiccare il volo.
-Ma... che
succede?-
-Ragazzi, io non riesco…-
-Neanch'io...-
Nemmeno
Nightcrawler riesce a teletrasportarsi. La cosa lo sorprende poco, vista
l'esperienza pregressa con la sua ragazza. Anzi: il suo corpo è intorpidito
proprio come quando era con lei. Riconoscerebbe quella sensazione di torpore ovunque.
Diana dev'essere lì.
Senza la sua consueta agilità sovrumana, Nightcrawler corre incontro agli
avversari, che gli puntano contro le braccia robotiche. Grazie al cielo, la sua
esperienza dei tempi del circo lo aiuta ad evitarle. Per fortuna ha passato ore
ad allenarsi, ore che tornano utili adesso.
Il tedesco
si ferma solo quando ha la conferma dei suoi sospetti.
Diana
Vickers sta piangendo, dietro il casco di un esoscheletro.
-Oh Mein Gott. Adesso ti libero!-
-Non puoi. Siamo programmati per rendervi inermi. E per uccidervi.- replica
lei.
Kurt Wagner fa appena in tempo ad ascoltare le ultime sillabe che un braccio
meccanico lo scaglia via con la forza di un maglio.
Circa cinque
anni fa.
In un altro
laboratorio, Nathaniel Essex e En Sabah Nur stanno disquisendo in un modo molto raro
per i loro trascorsi e temperamenti.
-Nel corso
dei decenni ho raccolto una quantità ineguagliata di dati sulla popolazione
mutante. Sono sempre più convinto che ci sia un disegno dietro le
manifestazioni della vostra specie. Probabilmente la mente umana non è in grado
di cogliere tutte le variabili, ma sono persuaso che i moderni calcolatori
potranno darmi delle risposte.-
Il silenzio di Apocalisse va inteso come una concessione a continuare il
discorso, perché non lo sta tediando o infastidendo.
-Secondo me,
nei limiti del possibile, ogni mutazione, ogni potere risponde a un'esigenza di
sistema. Bisogna pensare su scala planetaria. Ci sono molte evidenze a supporto
della teoria che vede la Terra come un sovra-organismo, chiamato «Gaia». Ne sono
sempre più convinto da quando ho scoperto l'esistenza di un Morlock chiamato
Pulce. È in grado di annullare i poteri
mutanti di chi gli sta intorno. Secondo me, è nato dopo la nascita di Franklin
Richards. È nato per portare equilibrio nella specie mutante.-
-Non
farnetichi. Le tue vantate conoscenze di genetica sono nulla, rispetto alla mia
sapienza ed esperienza millenarie. A cicli alterni si rinfocolano le leggende
sugli equilibri nel nostro popolo, o sull'esistenza di un popolo a noi nemico.
In quest'epoca storica se ne parla poco, ma io non dimentico. Io l'ho vissuto.-
-Che cosa hai vissuto?-
-Ho affrontato a viso aperto la mia nemesi. Ci siamo incontrati dopo un tempo
innaturalmente lontano dalla mia nascita... ed è stato il frangente più
traumatico della mia eterna esistenza. Quella creatura è stata capace di
rendermi impotente, come mutante. Ma sono ancora qui per raccontarlo. Le ho
spezzato il collo con la forza bruta delle mie mani, dopo un'annosa guerriglia.-
-Quindi le leggende sono vere?-
-Sono vere, ma se dovessi tentare di indagare, dovrai subire la mia ira funesta.
Ho fatto tutto ciò che era in mio potere per far cadere nel dimenticatoio
questa triste vicenda e tutti gli altri aneddoti al riguardo. Se nessuno è a
conoscenza dell'esistenza dell'antitesi di Homo
Superior, è come se non esistesse. Se qualcuno ne acquisisse
consapevolezza, se i membri di questa specie finissero nelle mani sbagliate... si
scatenerebbe la guerra totale, del tipo che nemmeno Apocalisse auspica.-
Sinistro sgrana gli occhi. Non ha mai visto né vedrà mai il mutante immortale
così esposto, così spaventato. Non osa mettersi contro di lui. Indagherà in
silenzio. E non appena En Sabah Nur sarà fuori dai giochi, scoprirà la verità
su queste creature. E se esistono davvero, le scoverà.
Oggi. In una
località extraurbana della Puglia, Italia.
-Kurt!-
All’ultimo
momento i poteri di Nightcrawler ritornano e lui usa la sua coda prensile per
aggrapparsi ad un albero e fermare il suo volo. Una capriola lo riporta a terra.
Evidentemente
è fuori dal raggio d’azione di Diana Vickers Se ritorna indietro sarà inerme
come prima, ma deve pur fare qualcosa per aiutare i suoi compagni e la donna di
cui è innamorato. È chiaro che sia lei che gli altri sono delle vittime e spera
sia altrettanto chiaro al resto della sua squadra.
Borbotta
qualcosa tra sé e sé e torna indietro.
-Ok, ipotesi di lavoro: in qualche modo stanno inibendo i nostri poteri
come fa Diana Vickers con Kurt.- dice l'Uomo Ghiaccio. -Non sarebbe la prima volta
che ci capita una cosa simile!-
-Probabile! Qualunque sia la fonte, nelle ultime settimane ci siamo allenati
per questo, come avevo stabilito... a usare con parsimonia le nostre facoltà!-
ricorda Havok a gran voce, nel tentativo di superare lo shock e galvanizzare il
gruppo.
Un raggio repulsore lo colpisce.
-Alex!- urla Paige, senza poter dar seguito all'istinto di accorrere da lui,
perché sovrastata dall'istinto di sopravvivenza che la spinge a muoversi per
evitare un nuovo attacco.
-Ok, ma qui si esagera con la parsimonia!- sdrammatizza Remy, roteando alla
massima velocità il suo bastone per intimidire gli assalitori.
-Qualcuno di
noi si deve allontanare e tornare operativo!- sbraita Summers, mentre si rialza
a fatica e dolorante,.
-Non ve lo permetterà!- grida Diana, sparando ancora raggi all'impazzata.
-Chi?-
-Sinistro!-
Gambit sgrana gli occhi. Può dissimulare quanto vuole, ma quel nome evoca i
suoi peggiori ricordi.
-Quanto ha
perso chi aveva scommesso su Nefaria?- cerca di fare dell'autoironia l'Uomo
Ghiaccio. Intanto tutto il gruppo di X-Men è stato circondato, a dimostrazione
della previsione della Vickers.
-Le ali non
mi rispondono... sono un peso morto!- lamenta Arcangelo, sull'orlo del panico.
Avverte un'angoscia sovrapponibile a quella provata quando gli sono state
strappate di dosso la prima volta, con l'aggravante che si sente ancora più
ancorato al terreno, alla mercé degli avversari.
-Anche la mia coda... e la mia agilità...- ammette Nightcrawler. Non si era mai
reso conto fino in fondo l'effetto che la sua amata esercitava su di lei, così
concentrato sul suo potere più eclatante.
-Sto provando a chiamare Westchester ma sembra non ci sia campo!- borbotta
Husk, armeggiando con un apparecchio nella cintura.
-Allora sta a noi- annuisce Alex Summers -Dobbiamo disarmarli, allontanarli e
raggiungere Sinistro. Attacchiamo!-
Qualche giorno
prima, nel laboratorio-base di Sinistro.
Il genetista
nato nell'Ottocento, reduce da mesi di isolamento, ha deciso di svelare a Diana
Vickers la sua vera natura. E proprio a lei non solo perché è l'unica anglofona
tra i suoi ospiti forzati.
-Tu mi hai dato
la prova definitiva che esiste la specie anti-mutante. Sono in cerca di nomi
migliori, sono pronto a suggerimenti. Vediamo come posso spiegarlo in parole
povere per una mente come quella di una segretaria... In natura esiste una
sorta di equilibrio cosmico da mantenere. Per ogni preda esiste un predatore.
Orientativamente per ogni maschio c'è una femmina, per quanto le statistiche a
breve termine suggeriscano il contrario. Insomma, io ho scoperto che per ogni
mutante, nasce un anti-mutante di sesso opposto da qualche parte del mondo.
Conosci la data di nascita del tuo amato Kurt?-
-Sì...-
-Quanti mesi di differenza avete?-
-Uhm... nove.-
-Proprio da manuale! Entro nove, dodici mesi, viene concepito e partorito un
essere umano in grado con la sua mera presenza di inattivare le energie mutanti
della sua... anima gemella. Tu emani un'aura di energia anti-mutante, non
rilevata da nessuna Sentinella, da nessun macchinario... finora... un'aura sintonizzata
proprio per annullare le energie mutanti del signor Wagner e impedirgli di
usare il teletrasporto.-
-Mio Dio... e io mi sono innamorata proprio di lui...-
-Innamorata? L'amore è una malattia mentale. Non so quanto la vostra attrazione
reciproca sia dettata dalla complementarietà dei vostri geni. Siete stati davvero
fortunati: le possibilità che un mutante e un anti-mutante si incontrino su
scala globale sono tipo sette miliardi per sette miliardi. Sì, il meccanismo di
Madre Natura è davvero poco efficiente... io sono stato ancora più fortunato a
rilevare l'incredibile, inimitabile interazione delle vostre aure tramite i
miei satelliti. Bé, "miei", insomma, tramite i satelliti che
hackero.-
-Ma...
potremmo avere figli?-
La risata che si scatena in Nathaniel Essex è abbastanza inquietante da gelare
il sangue di tutti i prigionieri presenti. La quasi totalità di loro non sta
capendo pressoché nulla della conversazione in inglese.
-È molto
ottimista a pensare a questa eventualità, signorina. La domanda è molto
interessante, me la sono ovviamente posta subito anch'io, e mi sono risposto
che probabilmente genererebbe aborti inevitabili. Investigherò a fondo... in
provetta. Purtroppo non potrò farla ingravidare, perché il mio primario
obiettivo è che voi uccidiate uno a uno gli X-Men.-
-Non può mica costringerci.-
Un'altra risata squarcia l'aria e fa accapponare la pelle di Diana e dei suoi
compagni di sventura.
-Ancora grazie, signorina Vickers. Non solo è stata l'involontaria chiave di
volta di tutta l'operazione, ma è riuscita a farmi ritrovare il sorriso dopo
mesi, forse anni. Ora, lasci che vi mostri gli esoscheletri che sto mettendo
insieme per voi...-
Oggi.
All'esterno del laboratorio-base di Sinistro.
In pochi
secondi, le coppie antitetiche si sono formate. Un esoscheletro guidato da un
anti-mutante contro il proprio bersaglio designato.
Diana
Vickers contro Kurt Wagner.
-Diana, fermati! Dimmi che non sei in te.-
-Le
armature... come le vuoi chiamare... sono telecomandate da Sinistro! Non
abbiamo controllo su di esse!-
-Una buona notizia! Non può controllarle con efficacia tutte, e possiamo
liberarvi facilmente-
-E come? Credi che basti un cacciavite?!-
In effetti
senza alcun potere, né alcuno strumento particolare, la sua forza umana ha serie
difficoltà ad aprire un varco o una breccia nella corazza metallica.
-Sono controllati dagli esoscheletri, dobbiamo trovare il modo di tirarli
fuori!- grida Nightcrawler verso gli altri, rendendosi conto che se la passano
molto peggio di lui. Se Diana sta inibendo le sue capacità atletiche più
sovraumane, anni di allenamento lo rendono ancora un ginnasta di livello
olimpionico, capace di dribblare i colpi dell'esoscheletro come un coniglio
impazzito.
Non si può
dire lo stesso dei suoi compagni di squadra, per quanto forti di anni di
addestramento nella Stanza del Pericolo.
Gambit è ben
felice degli anni spesi ad allenarsi sotto la guida di suo padre in quasi tutte
le discipline atletiche. Quello stesso allenamento che gli è servito nella sua
carriera di ladro acrobata ora lo sta mantenendo vivo. Ma per quanto? Prima o
poi un colpo fortunato lo prenderà.
-Aidez-moi, aidez-moi s'il vous plaît.-
Una
richiesta d’aiuto in francese, sia pure con una cadenza, un accento che non
conosce.
Si volta e
per la prima volta si accorge davvero dell’uomo all’interno dell’armatura che
sta combattendo contro Fenice: un nero, proveniente dalla nazione africana del
Mali - ma lui non può saperlo - che ripete l’invocazione.
"Nightcrawler
ha ragione", pensa Remy, quei tizi sono prigionieri nelle armature, ma
serve a poco saperlo. Senza poteri né lui né gli altri X-Men sono in grado di
liberarli dagli esoscheletri, che si muovono ancora contro la loro volontà con
il solo obiettivo di uccidere i loro avversari.
Cosa possono
fare?
Per la prima
volta da che può ricordare, le sue ali sono un peso più che un aiuto e Warren
K. Worthington III si ritrova sollevato in aria da un braccio meccanico.
Sente la
stretta sul suo collo ed istintivamente chiude gli occhi.
-Mi dispiace.-
gli dice una voce in una lingua che non conosce.
I suoi
ultimi pensieri sono per Jean e per sua figlia Grace. Ha avuto così poco tempo
per conoscerla ed ora dovrà lasciarla nuovamente sola.
Per un lungo
istante si sente cadere nel buio, poi ode un urlo.
Riapre gli
occhi e si ritrova in ginocchio. Il suo avversario ha lasciato la presa mentre
la sua armatura è piena di pezzi metallici… no, non semplici pezzi… piume
affilate come rasoi.
Lui,
pensa Warren con orrore, Lui è
uscito per salvarlo. I suoi poteri non sono di origine mutante e non sono
inibiti. Potrebbe farlo uscire di nuovo e salvare tutti, ma se poi non
riuscisse a controllarlo? Se facesse loro del male?
Perdere la
capacità di mutare pelle o sparare scariche al plasma può essere frustrante, ma
mai quanto perdere le proprie capacità telepatiche e telecinetiche. Jean Grey
sta già da mesi cercando di venire a patti con il tracollo, la regressione che
hanno subito i suoi poteri mentali; in questo frangente si sente come accecata,
è come perdere un sesto senso. Non esclude, però, che il lavoro fatto su se
stessa la stia aiutando a gestire la situazione.
-Puoi
combattere questa cosa!- prova a dire al suo coetaneo del Mali che la sta
attaccando senza tregua. E' un vano tentativo sia per la barriera linguistica
sia perché il malcapitato poco può fare, prigioniero della sua armatura telecomandata.
In tutta risposta, l'anti-mutante le scarica addosso un raggio repulsore che
per poco non la investe in pieno con esiti fatali, con l'esito di sbalzarla via
per l'onda d'urto. Purtroppo, rispetto agli altri, Fenice è fuori allenamento:
le ore spese come mamma e dirigente sono tutte ore sottratte alla Stanza del
Pericolo. Atterrata, si ritrova a strisciare via il più velocemente possibile,
temporaneamente abbacinata dal dolore dello schianto.
-Ehi, non
voglio farti del male, donna!- sbraita Havok.
E' il più
anziano del gruppo ma, dall'esterno, appare come il più allenato e caparbio
membro del team. Non lesina colpi a mani nude contro il duro metallo della sua
avversaria, di cui non riesce a decifrare la provenienza né dall'aspetto né
dalla voce - è troppo terrorizzata per riuscire anche solo a invocare aiuto.
A dispetto delle sue intenzioni proclamate, Summers riesce con una scivolata mirata
a colpire alle gambe l'esoscheletro e a farlo vacillare quanto basta da farlo
cadere e guadagnare qualche secondo prezioso.
-Anche se dovessero essere vittime, non fatevi frenare dal fatto che siano
perlopiù femmine!- incita gli altri. Istintivamente, si è reso conto che il suo
gruppo di X-Men è composto da cinque maschi e due femmine, e che i loro
avversari vantano una proporzione opposta.
-Va bene,
capo...! Comunque fa caaaaaldo...- lamenta l'Uomo Ghiaccio.
Complice il fuso orario, il sole del mezzogiorno d'Italia è alto, e picchia
duro. Robert Drake è il padrone della temperatura da quando è un ragazzino.
Adesso deve termoregolarsi come qualunque essere umano, perciò sta sudando
copiosamente per il caldo e per la lotta... una sensazione che non prova da
tempo immemore. Il suo corpo non più avvezzo a quel genere di traspirazione si
sta indebolendo per la perdita di liquidi, la sua vista si sta appannando. E
ciò lo rende più vulnerabile agli attacchi.
Se non gli
fosse stato insegnato a incassare i colpi, la strattonata del braccio meccanico
che sta subendo e che lo sta sbalzando via avrebbe potuto rompergli la schiena.
Ogni tentativo di dirottare lo scontro in direzione del Blackbird o di
allontanarsi viene soffocato sul nascere. Ogni varco che si apre viene
prontamente bloccato. E' chiaro come ci sia una regia esterna, che sa sapientemente
disporre le sue pedine. Gli esoscheletri attaccano incessantemente, non
lasciando un attimo di tregua.
E Paige
Guthrie si sente particolarmente inutile. Priva dei suoi poteri può solo
correre evitando i raggi sparati da quei mostri o le loro braccia metalliche.
Evita di
misura un colpo di repulsore, o di qualcosa che ci somiglia, e così facendo
scivola. Un arto meccanico la afferra alla caviglia e la afferra.
-No!- grida
lei ma nessuno sembra sentirla.
La mano
cibernetica la solleva in aria mentre una seconda le stringe la gola.
Le manca il
respiro. Vorrebbe gridare ma non può.
Fissa negli
occhi il disperato ragazzo che sta dicendo qualcosa di incomprensibile dietro
il suo casco.
"Non
farlo", vorrebbe dirgli, ma nessun suono le esce dalle labbra.
Pur nel
fragore della battaglia, il rumore di ossa delicate che si rompono sembra
risuonare tra i combattenti. Il rumore di un collo spezzato, per chi è avvezzo
a combattimenti senza esclusione di colpi.
Alex Summers
è il primo a voltarsi in direzione del suono, sospinto più da un istinto di
pancia che da una percezione uditiva. Ed è il primo a vedere come un uomo
corazzato sta lasciando cadere per terra il corpo esanime di Husk, con la testa
girata in modo innaturale.
-Paige? Paige! - urla, correndo in sua direzione, incurante dei suoi avversari.
La nemesi della ragazza sembra immobilizzata, non è chiaro se per l'orrore di
ciò che ha fatto o perché la sua missione personale è finita.
Havok si
china a valutare i segni vitali della sua donna.
-Alex..?- domanda Gambit.
Il fratello di Ciclope si volta verso il Cajun, lo sguardo perso nel vuoto.
-È ... morta. La nostra Paige è morta.-
Continua...!
Nel prossimo episodio: È davvero
morta Husk? Se sì, come reagirà il gruppo? Il cataclismatico scontro finale
contro Sinistro e i suoi Anti-X-Men, con altre sorprese e rivelazioni...!
Note
Al momento non rilasceremo dichiarazioni sul cliffhanger finale, ci
limitiamo a commentare il titolo e il succo della storia.
Dopo una gestazione di otto numeri, la sottotrama di Sinistro è giunta a
maturazione. Nel corso degli anni
abbiamo assistito a idee audaci sulla condizione mutante, dall'interpretazione
del nostro Mr. T citata nella storia (vedi la contorta storyline di Origine)
alla più autorevole teoria del mummudrai
con cui Grant Morrison ha giustificato la creazione di Cassandra Nova al di
fuori della nostra continuity. In realtà il nocciolo dell'idea è debitore della
lettura - da parte di Mickey - del visionario Philip K. Dick, che ha inventato
nelle pagine di Ubik gli Inerziali e
la loro natura di anti-ESP, in grado di annullare le facoltà di telepati e
precognitivi. Da allora questa idea ha fermentato, fino a trovare attuazione
solo adesso. Le ripercussioni di questa rivelazione potrebbero essere
rivoluzionarie per la comunità mutante MIT, ma è noto come funziona questo
genere di narrativa: lo sarà solo se gli altri autori ne terranno conto. Vista
la facilità con cui si incontrano casualmente…
Riguardo la location della battaglia, Mickey ha scelto di omaggiare (in maniera
discutibile) la sua regione natia, dando finalmente spazio anche all'Italia tout court come setting delle storie
Marvel. In maniera più incisiva aveva cercato di fare il nostro Yuri L., che
aveva inventato i citati team di supereroi nostrani quali Squadra Italia (nell'omonima
testata) e le Brigate Azzurre (sulle pagine dell'Uomo Ragno).
Riappare in queste pagine Tempesta, assente dalle nostre scene da troppo
tempo. La rivedremo ancora? State sintonizzati qui e su X-Men e lo saprete.
In questo caso più che mai, critiche e insulti sono da indirizzare a Mickey.
^_-
Ma anche no, in fondo anche Carlo ha avallato le sue scelte. -_^
Mickey & Carlo
[1] Così nei paesi ex
sovietici è chiamata la Seconda Guerra Mondiale.
[2] Nella saga Apocalypse Nation, su X-Men MIT #31-34.
[3] In edizione originale,
su X-Men #94 Vol. I.
[4] John Proudstar, uno degli X-Men della “seconda generazione”, morto in azione su Uncanny X-Men #95 (prima edizione italiana Capitan America, Corno, #117.
[5] Anche voi se avete letto
l’ultimo episodio. -_^